Leonardo in Romagna – Storia

LEONARDO DA VINCI

Ritratto di Leonardo

Leonardo da Vinci (Vinci, 15 aprile 1452 – Amboise, 2 maggio 1519) è stato sicuramente uno dei più grandi geni dell’umanità, eccellendo in ogni campo della conoscenza umana e dell’arte. Fu pittore, scultore, architetto, ingegnere, matematico, musicista e inventore; compì innovativi studi in meccanica, anatomia, ottica, geometria, geologia, astronomia e botanica. Come egli stesso spiega, per lui la natura era come una grande caverna nella quale, “stupefatto e ignorante” per la grande oscurità, aveva guardato con “paura e desiderio: paura per la minacciante e scura spilonca, desiderio per vedere se là entro fusse alcuna miracolosa cosa”.

Nel corso della sua straordinaria vita, le sue doti e il suo ingegno lo indussero a continui spostamenti in Italia e non solo. Nel 1468 si trasferì a Firenze avvicinandosi di lì a poco a Lorenzo de’ Medici, nel 1482 lo troviamo già a Milano nella cerchia di Ludovico Sforza e nel 1499, quando quest’ultima venne occupata dai francesi, iniziò un periodo di viaggi e peregrinazioni, che lo condussero a visitare più corti e città ed in particolare quelle della Romagna di Cesare Borgia.

LA ROMAGNA TRA XV E XVI SECOLO

Ritratto di Cesare Borgia

L’aspirazione al Ducato di Milano da parte del re di Francia Luigi XII, diede occasione al Papa Alessandro VI di trovare un naturale alleato per procurare al figlio, Cesare Borgia (nel dipinto), un dominio nell’Italia centrale. La Romagna fu la regione ideale per fare partire tale progetto, perché le città di Forlì ed Imola erano in signoria degli Sforza-Riario, legati a Milano, e Cesena era un avamposto dello Stato della Chiesa particolarmente curato nel sistema delle fortificazioni militari già da alcuni decenni. Il sodalizio tra il re ed il Papa, produsse i suoi effetti a partire dal 12 maggio 1499, quando Charlotte d’Albret, nipote di Luigi XII, venne data in sposa a Cesare Borgia, facendo acquisire a quest’ultimo il titolo di Duca del Valentinois (da qui l’appellativo di “Duca di Valentino”) e soprattutto procurandogli quel sostegno militare necessario per poter dare inizio alla sua impresa.

Nell’estate del 1499 i francesi, alleati con Venezia, scesero in Italia alla conquista del Ducato di Milano e Ludovico Sforza, vista l’alleanza fra il Papa, Venezia e la Francia, non poté che fuggire da Milano e lasciare campo libero ai conquistatori. Forte del facile successo, il cammino dell’esercito francese, con Cesare Borgia come luogotenente del re, proseguì al di là del Po sino a giungere in Romagna, territorio a quel tempo sotto il potere temporale del papato. Alessandro VI, per spianare ulteriormente la strada di conquista del proprio figlio e sempre al corrente di ogni sua manovra militare, inviò ai signori di Pesaro, Imola, Forlì, Faenza, Urbino e Camerino, una lettera in cui li dichiarò decaduti dai loro feudi. Com’era prevedibile, nessuno obbedì all’ingiunzione del Papa e la lotta si scatenò cruenta.

Tuttavia Cesare Borgia, proclamato da Alessandro VI Vicario per conto della Chiesa, nel solo arco di un paio di anni espugnò le città di Imola, Forlì, Cesena, Rimini, Ravenna, Cervia, Pesaro, Urbino, Senigallia e Camerino, con l’intendo di creare un Ducato che in Romagna non aveva precedenti quanto a dimensioni e stabilità di governo. Da subito infatti, grazie alle importanti intese politiche e alle fitte relazioni intrattenute con le élites delle varie città, venero avviate importanti riforme in campo amministrativo e fiscale oltre che investimenti in istituzioni civili, opere pubbliche e militari. Questo spiega infatti il perché Niccolò Machiavelli scrisse nel Principe riferendosi ai romagnoli che “quei popoli avevano cominciato a gustare el bene esser loro“.

LEONARDO IN ROMAGNA ED IL MANOSCRITTO “L”

Lettera di patente (lasciapassare)

Cesare Borgia aveva già avuto modo di conoscere Leonardo già nel 1499 a Milano, e rimase talmente colpito dalla molteplicità delle sue competenze e dal suo ingegno, che lo volle assolutamente al suo fianco nei progetti di potenziamento militare che incombevano in Romagna. I castelli e le varie fortificazioni da tempo fiorenti in questa regione, risultavano infatti obsolete ed assolutamente non al passo delle moderne armi e strategie di guerra. Così, alla fine del giugno 1502, Leonardo, che allora si trovava già ad Urbino al seguito dell’esercito del Borgia, venne investito della qualifica di “Architecto et Ingegnero Generale” con il compito di effettuare una ricognizione dei territori conquistati, individuare e progettare quelle opere militari e civili che avrebbero consolidato la signoria e permesso una efficace difesa, e disegnare nuove mappe dettagliate che avrebbero facilitato le mosse strategico-militari dell’esercito. Tale investitura fu “ufficializzata” con una lettera patente (una sorta di lasciapassare) rilasciata il 18 agosto 1502 da Pavia, dove si era trasferita la corte del sovrano Luigi XII, che giunse a Leonardo quando era già operante a Cesena, città preposta a divenire sede del Ducato di Romagna.

Grazie ai disegni ed alle notazioni cronologiche contenute nel manoscritto L, conservato attualmente presso la Biblioteca dell’Istituto di Francia a Parigi, si può ricostruire l’intero viaggio di Leonardo al seguito di Cesare Borgia. Il manoscritto L, di piccole dimensioni (misura appena cm 10,9 x 7,2), già usato da Leonardo a Milano nel 1497, contiene infatti precisi riferimenti al periodo trascorso nelle Marche e in Romagna. Lo possiamo immaginare nelle città che, mentre è impegnato a prendere appunti per i sui progetti e a rilevare cinte murarie, trascrive anche tutto ciò che lo incuriosisce, come particolari architettonici, macchinari, carri, figure di piante e animali, oppure uno scorcio di paesaggio. Sono annotazioni tratteggiate spesso con rapidità, durante i frequenti spostamenti di lavoro, riferite all’osservazione della realtà che va esplorando, ma che tuttavia aprono una straordinaria finestra sulla storia di questo territorio e dei suoi usi popolari ormai smarriti nel tempo.

LE TAPPE DEL VIAGGIO

Ecco dunque, in ordine cronologico, quelle che risultano essere le tappe di Leonardo effettuate in quel periodo:

  • 21 giugno 1502; nessuna notizia ci conferma la data d’arrivo di Leonardo ad Urbino, ma avendo rilevato tutta la cinta muraria, si può ipotizzare sia giunto in questa città assieme a Cesare Borgia in questa data;
  • 30 luglio; si trova ancora ad Urbino ed esegue lo schizzo di una colombaia;
  • 1 agosto; a Pesaro annota “la libreria”, forse quella del palazzo ducale di Urbino;
  • 8 agosto; a Rimini descrive l’armonia udita dalle diverse cadute d’acqua della fontana cosiddetta “della pigna” nell’attuale piazza Cavour;
  • 10 agosto; a Cesena, durante la festa di San Lorenzo, sovrappone il disegno di un congegno meccanico ad una planimetria precedentemente disegnata;
  • 15 agosto; si trova ancora a Cesena dove effettua il rilievo delle mura e redige altre note e schizzi di un edificio, di un tratto di fiume e di una carrucola;
  • 6 settembre; a Cesenatico disegna una planimetria del porto canale e una veduta a volo d’uccello del borgo marinaro;
  • 7-9 settembre; lo schizzo della cattedrale di Faenza, come supposto in alcuni studi, ci fa presumere una tappa anche in questa città in quei giorni;
  • 10 settembre – 10 dicembre; non vi sono date che indicano la sosta a Imola di Leonardo, però realizza i rilievi dell’intera città e delle sue mura e, verificando in questo periodo i movimenti delle milizie del Valentino, possiamo supporre si trovasse al seguito del Duca in quei giorni.

Il viaggio in Romagna di Leonardo